“Il referendum è uno spartiacque di una fase politica ed offre la possibilità di chiudere la parentesi del colpo di stato”. Lo afferma Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia intervenendo ad un convegno al Capranichetta organizzato da alcuni parlamentari di FI dal titolo “#qualecentrodestra? Referendum? Certamente NO!”. Il presidente dei parlamentari azzurri non solo rimarca che il “governo Berlusconi è l’ultimo eletto dei cittadini” ma ci tiene a ribadire che il referendum sulle riforme ha come effetto quello di “spaccare la sinistra e coagulare la destra. Mai più un centrodestra diviso. Dito puntato poi contro i media, rei, accusa, di dare più spazio alla campagna del sì rispetto al no: “Non solo i giornaloni – dice – ma sia le tv private che quelle pubbliche stanno facendo una cosa indecente”. All’incontro (promosso dai parlamentari Basilio Catanoso, Fabrizio Di Stefano, Alberto Giorgetti, Pietro Laffranco, Roberto Occhiuto, Paolo Russo e Carlo Sarro) hanno preso parte anche Mara Carfagna e Mariastella Gelmini oltre all’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno. Prima di Brunetta a prendere la parola era stato il senatore di Forza Italia Altero Matteoli che ha ribadito l’impegno per la campagna del no al referendum ma, contemporaneamente, ha colto l’occasione per accendere i riflettori su questioni più interne a Forza Italia e puntare il dito contro Stefano Parisi anche se l’ex manager non viene citato in maniera diretta: “La classe dirigente di Fi – spiega – ha la capacità di rilanciare il partito. Chi dall’esterno vuol venire a dare una mano si accomodi”. L’ex ministro fa poi una pausa, chiede scusa alle signore presenti ed aggiunge: “Dentro Forza Italia c’è una classe dirigente in grado di rilanciare il partito, solo che deve avere più coraggio. Qui non ci sono dei coglioni ma persone capaci e competenti”. L’ex ministro ricorda “l’innamoramento” di molti verso Renzi, anche di Berlusconi: “Molti si sono innamorati di Renzi, a cominciare da Berlusconi che diceva ‘E’ un bravo comunicatore’ ma io che sono toscano lo conosco bene, non ha spessore politico. Ora sta promettendo di tutto, perchè si è accorto che la vittoria del sì non è più sicura come pensava lui”. Matteoli non risparmia critiche anche a chi aveva lasciato Fi ed è poi rientrato con tanto di incarichi: “Non è possibile che chi va via poi torna e dopo nemmeno 4 ore gli diamo un incarico. Queste persone si devono mettere in fila e ‘chiedere perdono’. Infine Matteoli sottolinea la necessità che ci sia un impegno per la campagna referendaria del no che “è propedeutica a quella per le elezioni politiche”.