È VENUTO nella sua Livorno Altero Matteoli a presentare il comitato per il «no» al referendum sulla riforma costituzionale. Ha aperto le danze con la situazione politica locale. «Nogarin ha fatto tanti sbagli e sta gestendo in maniera a dir poco curiosa la città. Ma ci vuole coraggio a dargli le responsabilità politiche della situazione in cui si trova oggi Livorno. Il sindaco paga le conseguenze di una città che per 60 anni è stata governata nella certezza che elezione dopo elezione, avrebbero vinto sempre i soliti. E quindi non si è più studiato, ma le cose sono rimaste stagnanti. Chiunque avesse vinto nel 2014 ereditando l’amministrazione Cosimi, si sarebbe trovato in grosse difficoltà».
DETTO QUESTO, ha spiegato i motivi per i quali voterà «No». «Attraverso questa riforma — ha detto — si vogliono azzerare tutti i sistemi di bilanciamento e di equilibrio tra i poteri. Se passa il sì, ci sarà il forte rischio di essere governati dal 24 per cento degli elettori, che già sono molti meno di chi ha diritto ad andare alle urne. Inoltre Renzi di questo referendum ne ha fatta una questione politica. Se perde deve andare a casa, ma non decide lui se a quel punto si andrà alle elezioni. C’è un Presidente della Repubblica e una scelta del genere spetta a lui». Il Comitato del «no» a Livorno sarà presieduto da Ruggero Barbetti. «Tutte le grandi democrazie — ha continuato Matteoli — hanno due camere. Ma l’Italia è l’unica con il bicameralismo perfetto, concetto superato visto che fu intromesso dai costituenti dopo la guerra e 20 anni di dittatura per salvaguardare la democrazia e le libertà. Adesso non c’è più bisogno di una costituzione così rigida e il bicameralismo può cambiare. Ma non come vuole Renzi. In quel modo, i senatori sarebbero eletti, indirettamente, dalle regioni che sono un organo che in tutti questi anni ha dimostrato la propria inefficienza. Senza considerare che nella stessa legislatura, il senato cambierebbe più volte perché le elezioni regionali e amministrative sono sfalsate. Anche perché rimarrebbe un organo non secondario e allora sarebbe meglio eliminarlo del tutto».