Rispedire al mittente una riforma “senza democrazia” che “priva il nostro sistema della necessaria legittimazione democratica”. Settant’anni di bicameralismo perfetto andavano superati, ma non con la riforma renzi che nega i principi di libertà e lascia in piedi un sistema di procedure inutili e costose: è il pensiero del Comitato per il No alla riforma costituzionale che ha preso vita ieri anche a Livorno (e provincia) grazie all’iniziativa del senatore forzista Altero Matteoli, il quale, attraverso la veste “laica” della Fondazione della Libertà che presiede, ha scavalcato l’inerzia del partito locale: “Chi dirige il partito, nonostante le disposizioni dal vertice, non si è attrezzato e spero che lo faccia presto”, ha detto Matteoli. Il Comitato – uno per ogni Comune della Provincia – presieduto da Ruggero Barbetti, sindaco di Capoliveri, dovrà muoversi come un qualunque partito politico durante la campagna elettorale, casa per casa – dice Matteoli – per spiegare agli italiani le ragioni del no, e soprattutto per spiegare, in una situazione di crisi economica come questa, che se vince Renzi, la riforma creerà ulteriori disagi ai cittadini e alle imprese.
“La conservazione di una seconda Camera legislativa è utile e necessaria – attacca il senatore – Non esiste un Pese democratico in occidente che non abbia due camere, certo non con le stesse deleghe. eravamo favorevoli a dare al Senato deleghe diverse con l’elezione diretta dei senatori, ma non accettiamo una riforma come questa che è una quasi soppressione, simile ad un suicidio assistito, che consegna di fatto la Camera alta all’elezione di secondo grado dell’istituto regionale che non mi pare un bell’esempio di efficacia e efficienza». Senza contare che – rileva ancora l’ex ministro – con il combinato disposto referendum e Legge elettorale, l’uno infatti è legato all’altra, con il 23-24% dei voti, una minoranza esigua di elettori, c’è il rischio che si governi il Paese. “La democrazia quindi è stata cancellata”, conclude Matteoli.