Lo scorso sabato si è tenuto a Porto Santo Stefano il convegno dal titolo: “I giovani nell’amministrazione del fare”. Organizzato dalla Fondazione della Libertà, l’incontro ha registrato un sorprendente successo di pubblico dovuto sicuramente alla presenza, oltre che di relatori capaci e motivati, del Senatore Altero Matteoli, Presidente della Fondazione.
Di seguito riportiamo l’intervento del giovane laureando Alessandro Quercia:
“Salve a tutti,
sono qui oggi per parlarvi di come noi giovani ci stiamo mobilitando nell’interesse del nostro Paese e del popolo che amiamo: il popolo italiano. Pertanto, è fondamentale partire da una sana amministrazione locale, dove individui di cuore e mente giovanile si stanno facendo spazio. Abbiamo esempi del genere in questa stanza: sindaci che riscuotono particolare successo per le loro idee innovative, che conservano valori importanti della cultura italiana e, allo stesso tempo, permettono di migliorare la situazione contingente, attraverso la riqualificazione delle periferie attuata mediante la realizzazione di infrastrutture funzionali ai rapporti sociali tra i cittadini e il contenimento dei costi del vincolo di bilancio pubblico con soluzioni tecnologicamente innovative, come ad esempio l’installazione di luci led per l’illuminazione stradale.
Purtroppo però questo trend non si riscontra nella maggior parte dei giovani che vogliono prendere parte attiva alla vita politica del nostro Paese. Infatti, la generazione dei cd. millennials sembra aver perso, come mai prima, i valori fondamentali e la tensione ideale. Fino a qualche decennio fa, i giovani avevano grandi obiettivi da perseguire.
Un tempo si cercava di applicare l’utopia personale alla società reale. Oggi invece molti giovani sembrano rassegnati di fronte ad una realtà che non li rispecchia. Se è vero che la vita spesso si palesa in circostanze spiacevoli, è altrettanto vero che, se la interpretassimo come una battaglia o un’avventura, ci rendemmo conto che sono i valori e il bene comune a renderla migliore.
La fuga all’estero di molti giovani neolaureati è prova della rassegnazione che affligge i giovani. E la carenza di patriottismo agevola la decisione di fuggire che è la scelta più semplice e immediata. Credo, invece, che l’amor patrio debba trionfare e che il nostro primo obiettivo debba essere il bene della comunità.
E chi meglio di un sindaco con spirito giovanile e idee innovative può riavvicinare le nuove generazioni, attraverso incontri e confronti costanti, dove possano essere educati e divenire quindi menti critiche oltre che appassionate.
Del resto non esiste scienza più nobile della politica, e non può esistere testimone migliore di un amministratore locale giovane di spirito, capace di conciliare gli interessi dei suoi concittadini.
Il giovane di oggi non può considerare questo modello di classe dirigente come un dinosauro da distruggere, piuttosto deve vederla come esempio da cui promanano decisioni utili al Paese.
Allo stesso tempo, però, la passione e i sacrifici dei giovani che entrano a far parte dell’agone politico è necessario che vengano apprezzati dai concittadini. Il mito del vecchio saggio e del giovane incapace deve essere sfatato. Entrambi, se capaci, sono degni di governarci. I giovani di oggi saranno responsabili del futuro, a patto che si dia loro la possibilità di operare e dimostrare quanto valgomo”.