L’ex ministro è al tavolo che tesse le alleanze, in attesa di un chiarimento definitivo fra Berlusconi e Salvini. Difficile un accordo sull’uscita dall’euro. Ma intanto nelle città al voto la coalizione regge
Il centrodestra è unito nei fatti. Avrà quasi sicuramente candidati sindaco comuni in tutte le città al voto in primavera. Ma resta diviso dai personalismi, da chi dice “ora tocca a me”, approfittando dell’ambigua posizione politica di Silvio Berlusconi, che da condannato resta incandidabile. Altero Matteoli, 76 anni, è uno che ha vissuto tutte le stagione del centrodestra. Deputato missino, poi di Alleanza Nazionale, è stato ministro in tutti i governi guidati dal Cavaliere. Due volte all’Ambiente e una, l’ultima, alle Infrastrutture. Oggi è senatore di Forza Italia e sta al tavolo che tesse le alleanze (e le liste), in attesa di capire se Berlusconi andrà all’accordo finale con la Lega di Matteo Salvini. “Di fronte allo scenario attuale del Pd e del M5S – dice Matteoli rispondendo a Linkiesta.it -, il centrodestra è tornato a essere competitivo. Sarebbe sciocco non approfittare della situazione. Certo, se poi leggo i giornali e le sparate quotidiane, allora mi viene qualche dubbio che tutti lo vogliano…”.
Matteoli, esiste oggi un’alleanza di centrodestra?
Ci sono due livelli. Per quello delle Amministrative, sto presiedendo un tavolo per trovare candidati comuni almeno nei capoluoghi in cui si vota. E devo dire che è un tavolo costruttivo: al di là di qualche sfumatura, lì la coalizione regge. Poi c’è il livello nazionale: io faccio di tutto perché la coalizione regga anche alle Politiche.
Che cosa la spinge a farlo?
Semplice. Di fronte allo scenario attuale del Pd e del M5S, il centrodestra è tornato a essere competitivo. E sarebbe sciocco non provarci a stare insieme, non approfittare della situazione. Certo, se poi leggo i giornali e le sparate quotidiane, allora mi viene qualche dubbio che tutti lo vogliano…”
Parla della Lega…
Guardi, io faccio parte di questa coalizione dal 1994 e mi sono sempre occupato di liste. Le garantisco che con la Lega il rapporto è sempre stato così, ma alla fine si è sempre trovato un accordo. La differenza è che prima c’era Bossi, oggi c’è Salvini.
Ma che cosa vi divide davvero?
Non fatti politici. Non sono questi che ci stanno dividendo. Perché se gli argomenti politici vengono espressi con chiarezza, le soluzioni si trovano sempre.
Che cosa, allora, i personalismi?
Sì. Perché Berlusconi non può candidarsi, mentre se lo potesse fare nessuno avrebbe il coraggio di dirgli di no. Berlusconi spera, e molti con lui, che Strasburgo si pronunci favorevolmente. Ma intanto gli altri si buttano sopra questa candidatura che non c’è.
Ma si faranno le primarie, come hanno chiesto Salvini e Meloni?
Forza Italia su questo ha problemi. Ma sono cambiati i tempi.
In che senso?
Il problema vero è che prima i partiti potevano decidere. Si riunivano, discutevano, decidevano. Oggi i partiti non si riuniscono più e non decidono. Salvini e Meloni propongono, allora, le primarie. E io, che pure non le amo, non vedo tante alternative. Il problema è serio. Certo, personalmente, non voglio papi stranieri come Stefano Parisi, che non appena è stato investito di un ruolo ha iniziato a dire tutto e il contrario di tutto.
Chi può sciogliere il nodo? Ancora Berlusconi?
O Berlusconi, se lo vuole. Oppure noi, una classe dirigente che c’è ancora.
Poniamo il caso che FI e Lega-Fdi vadano da soli. Dove possono andare?
Sto agli ultimi sondaggi. Forza Italia e Lega sono date vicine, un punto in più, un punto in meno. Fratelli d’Italia è fra il 4 e il 5%. Insomma, se stiamo insieme superiamo il 30% e siamo competitivi, tenendo conto che non c’è più bipolarismo ma siamo in un tripolarismo. Ma questi numeri valgono se stiamo insieme.
Salvini ha detto che il punto di accordo imprescindibile è l’uscita dall’euro. Sarà questo a dividervi?
Questo problema va avanti da tempo. La Lega, non solo oggi, non ha particolarmente amato l’Europa. Tra di noi c’è, invece, gente che ci ha creduto. Anche se non amiamo questa Europa e ne vogliamo una più politica.
E se Salvini rompe su questo?
Salvini ne dice tante. Personalmente penso però che alla fine si farà un accordo.
Ma al di là dei leader, le classi dirigenti dei vostri partiti collaborano?
Al Senato vedo che c’è un rapporto abbastanza buono, di consultazione fra i presidenti dei gruppi.
Chiudiamo l’elenco: gli ex berlusconiani passati a sostenere i governi di centrosinistra torneranno da voi, per le Politiche?
Tutti no! Sia chiaro, non quelli che sparano a zero. Stiamo lavorando invece con altri, con Fitto, con Quagliariello. Schifani è già tornato.
Alla fine, che cosa (ri)unisce il centrodestra?
La voglia di vincere e di essere competitivi. Questo ci sta unendo al tavolo per le Amministrative. Certo, ci sono differenze locali, perché i problemi e i programmi non sono gli stessi in tutte le città. Ma la coalizione, almeno lì, tiene.