«Se il centrodestra può tornare a vincere deve tornare a farlo Forza Italia», parola del senatore forzista Altero Matteoli. «Perché Lega e Fratelli d’Italia hanno fatto il pieno di voti possibili. E FI ha bisogno di organizzarsi. Non c’è più un partito, non è possibile che non ci sia una sede né a Roma né in altre parti, non ci sono riunioni. Siamo diventati una specie di comitato elettorale che si muove solo in vista delle elezioni.
Ha dichiarato che si batte affinché Forza Italia riacquisti una visione politica, cos’è mancato negli ultimi tempi?
«Dal 35% siamo scesi negli anni, la diaspora si è pagata cara. E quelli che sono andati via – a destra, sinistra e centro – hanno creato un danno a FI senza avere successo: Alfano che è andato al centro, 2,5%, chi è andato a destra con FdI ha il 3,5%, Verdini, che ha addirittura virato a sinistra, non pervenuto».
Forza Italia non riesce più ad intercettare il suo popolo?
«La gente non ha fatto un’altra scelta, ma non è andata a votare. Sì, non siamo stati capaci di intercettare il nostro popolo come un tempo. Perché ci sono parlamentari che stanno solo in Parlamento, che hanno perso il contatto con la gente, cullandosi sulla capacità del nostro leader di andare in tv: dobbiamo tornare a far politica, incontrare il blocco sociale. FI deve tornare ad essere il partito dei moderati che si allea con la destra e vince le elezioni, che è quello che ha sempre voluto il presidente Berlusconi».
E lei rimane. Dunque, nessuna novità con Fitto e Quagliariello?
«Ma come vi è venuto in mente di scrivere una roba falsa dicendo che stavo da un notaio per creare un nuovo partito quando quel giorno ero da un’altra parte? Bastava una telefonata per accertarsi. Tutto inventato di sana pianta. Non ci penso nemmeno e non ci ho mai pensato ad uscire da Forza Italia».
Roma. Nella Capitale Forza Italia ha sbagliato candidato?
«Certo. Sono stato uno dei sostenitori, insieme a Gasparri, Toti e Romani, del fatto che la coalizione dovesse convergere sulla Meloni. Ma le cose sono andate diversamente: quando si è riproposta la Meloni, Berlusconi ha fatto la scelta di andare su Marchini contro un gruppo nel partito che la voleva. La Meloni ha comunque le sue responsabilità sulla rottura della coalizione che ci ha portato alla brutta figura».