«Adesso sono più preoccupato per la salute di Silvio Berlusconi che non per il futuro di Forza Italia», dice il senatore Altero Matteoli, ex ministro e membro del Comitato di Presidenza di Fi. «Ho cominciato a preoccuparmi del partito dal giorno in cui il nostro leader ha deciso di andare a Bologna alla manifestazione di Salvini con Giorgia Meloni».
Era la kermesse di novembre.
«La presenza lì di Berlusconi dette l’impressione al centrodestra di inseguire il lepenismo. Se Forza Italia insegue il lepenismo o l’estremismo della Meloni, il centrodestra non vincerà mai più in Italia. Solo con Forza Italia leader della coalizione si può tornare a vincere».
A Roma, però, l’esperimento con Alfio Marchini è andato male. Moderati sconfitti.
«So bene com’è andata. Berlusconi mi aveva chiamato dicendo che andavamo sulla Meloni, poi ci sono stati alcuni big romani che si sono precipitati da lui e lo hanno convinto ad andare su Marchini».
A Marchini era stato promesso di guidare il partito?
«Ma non diciamo sciocchezze. Io sono contrario a cambiare i ruoli. Quando si gioca a calcio bisogna chiamare i calciatori, quando si fa politica i politici. Capisco Silvio, imprenditore che è sceso in campo, ma come lui ne nasce uno ogni cent’anni. Guardi Monti: il peggior governo che abbiamo avuto dal dopoguerra».
Bocciati anche Guido Bertolaso e Stefano Parisi che è in corsa per Milano?
«In Forza Italia ci sono dirigenti bravi ed esperti. Chi vuole iscriversi e dare una mano ben venga, ma i dirigenti si nominano e si eleggono all’interno di un partito, non si vanno a prendere fuori».
Allora Carfagna, Gelmini, Toti sono i nomi in corsa per il dopo?
«Non faccio nessun nome. Guai. Non brucio nessuno. Sono d’accordo con Fedele Confalonieri che ha detto “Si vedrà se tra tanti colonnelli ci sarà qualcuno capace di guadagnarsi i gradi di generale”. Ma intanto c’è Silvio Berlusconi».
Ok, ma ha una certa età…
«Senta. Io vedo in Senato l’ex presidente Napolitano che ha 90 anni e fa dei discorsi lucidissimi. Più dei giovani. Non è un fatto anagrafico».
Ma con il Cav a riposo per un mese chi terrà le redini di Fi?
«Ci sono i gruppi, ci sono le esperienze, c’è una classe dirigente che può gestire in attesa che il nostro leader torni in forze. Il partito lavora come sempre. Ci sono i ballottaggi, poi il referendum. Molto da fare».
Il M5S vi sta cannibalizzando?
«No. E’ un altro mondo, un altro modo di concepire la politica. I grillini non saranno mai come noi. Molti di loro non hanno alcun rispetto per le istituzioni».
Adesso tra la grillina Raggi e il Pd Giachetti che cosa farete?
«Io non voto a Roma, ma se fossi romano domenica andrei a mare».
E’ vero che potreste tornare con i centristi di Alfano?
«Io sono per provare con tutti quelli che erano nella coalizione di centrodestra. Ma se Alfano continua a votare il governo e costituisce comitati per il si al referendum, è chiaro che non ci possono essere riavvicinamenti».
E’ andato a trovare Berlusconi?
«So cosa vuol dire stare in ospedale e non vado a disturbare. M’informo ogni giorno da Letta e da Ghedini, ma adesso ha bisogno di tranquillità».
Brunella Bolloli
(Libero, Domenica 12 giugno 2016)