Il senatore ha presentato il comitato per il “no” alla riforma costituzionale. «Marchetti? lo non ho rapporti con lui…»
Una vera e propria campagna elettorale, quartiere per quartiere e casa per casa, per votare “no” al referendum costituzionale. È questa la strada scelta dal senatore Altero Matteoli affiancato dal capogruppo FI in Consiglio comunale, Marco Martinelli, dai consiglieri Mauro Macera e Lido Fava e dal coordinatore comunale Gianluca Ghiglioni. Matteoli ha anche annunciato che, sul caso Gesam, è pronto a rivolgersi alla procura se, dopo l’arrivo del parere dell’ Anac, il Comune andrà comunque avanti con il progetto di scissione.
Matteoli ha bollato la riforma costituzionale «priva della necessaria legittimazione democratica. Per questo stanno nascendo i comitati per il “no”, sostenuti dalla Fondazione della Libertà per il bene comune». Ha poi elencato i motivi per cui schierarsi contro la riforma, partendo dalla necessità, a sua avviso, di conservare una seconda camera: «In tutti i paesi democratici ci sono due camere, anche se non parliamo di bicameralismo perfetto, come attualmente in Italia. Noi ci siamo mostrati disposti ad affidare al Senato compiti e deleghe diverse dalla Camera. Se vincerà il “sì”, sarà una soppressione effettuata con il contributo degli stessi senatori, qualcosa di simile a un suicidio assistito».
La riforma costituzionale, secondo il comitato negherebbe i principi della libertà e lascerebbe in piedi procedure inutili e costose oltre ad azzerare i sistemi di bilanciamento e di equilibrio tra i poteri stessi. « Renzi vuole affidare alle Regioni, senza un’elezione a suffraggio universale, il compito di dar vita al nuovo Senato – ha aggiunto Matteoli – la legge elettorale potrebbe portare a questo assurdo: un partito con il 22-23% degli eletti potrebbe governare il Paese. Dov’è finito il principio democratico?».
Il dito poi è stato puntato contro il presunto risparmio che l’operazione porterebbe con sé. «Non solo ciò non avverrà – ha continuato il senatore – ma non si cambia una Costituzione per motivi finanziari». Prendendo la parola, Martinelli ha poi sottolineato l’importanza di coinvolgere tutti. «Dobbiamo farci promotori della campagna per il “no” in un paese dalla democrazia sospesa, con un governo non scelto dai cittadini e un Presidente del Consiglio mai eletto come membro del Parlamento». «Sulla scia di quanto sostenuto da Renzi, forse riusciremo a mandare a casa chi sta facendo una Costituzione per conto proprio». Sui finire, Matteoli ha poi rivolto un rimprovero a Maurizio Marchetti. «lo non ho rapporti con lui, Se guidasse veramente il partito, ci sarebbe lui qui a spiegare i motivi della campagna per il “no” contro la riforma costituzionale».
Flavia Barsotti